Intervista a Luana D'Alfonso - CON.TATTO

Col fumetto posso fare di tutto, perché non è un'arte minore. E perché se l'arte è comunicazione, cosa c'è di più comunicativo del fumetto? (Hugo Pratt)

Luana nasce a Chieti l’11 aprile 1995. Dopo aver conseguito il diploma presso l’istituto d’arte Nicola da Guardiagrele, a Chieti, prosegue il percorso di studi presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino, ottenendo un diploma di I livello in pittura. Nel 2021 si è diplomata in Illustrazione presso la Scuola Internazionale di Comics di Pescara.

A ottobre del 2021 riceve la nostra open call tramite un messaggio su Instagram e subito decide di partecipare. Dedicata, questo il titolo della vignetta digitale da lei selezionata per la mostra CON.TATTO, tratta il tema dell’assenza di una persona cara. Qui il contatto è percepito nella sua assenza, come una mancanza, nella forma di ricordo o di desiderio.

Ora che ti sei diplomata, quali sono i tuoi progetti?

Mentre frequentavo l’Accademia di Pittura sentivo che qualcosa non stava funzionando. È stata un’esperienza molto significativa perché mi ha chiarito le idee su quello che non volevo fare. Ora, dopo il diploma alla Scuola Internazionale di Comics e dopo un workshop di fumettistica, sono sempre più convinta di volermi aprire un varco nel mondo dell’illustrazione e del fumetto. È difficile riuscire ad avere un riconoscimento immediato e retribuito del proprio lavoro, ma ci sto provando: partecipo ai concorsi e alle mostre e nel frattempo mi costruisco un portfolio. Per il momento sono stata retribuita solo per due illustrazioni, entrambe dedicate a due dischi musicali.

Ci sono alcuni autori che ti ispirano più di altri?

Sono molti i nomi che citerei volentieri, ma così su due piedi direi Marco Cazzato per le illustrazioni, Gianluigi Toccafondo per le animazioni e Gipi per il fumetto.

Come definiresti il tuo processo creativo?

In genere, nella fase di progettazione lavoro soprattutto per associazione di idee e per suggestioni. Senza pormi troppi limiti. Successivamente cerco di adeguarmi allo scopo finale del progetto.

Cosa ti interessa raccontare?

Al momento sono affascinata dal raccontare le persone, le loro interazioni ed emozioni. Sento il bisogno di raccontare delle storie ed esplorare la sfera emotiva umana.

Nel mondo dell’illustrazione stanno avendo sempre più peso i social: usati come una vetrina e forma di autopromozione. Come definiresti il tuo rapporto con essi?

Ammetto di essere poco pratica, ma ho iniziato ad usare di più Instagram durante la pandemia. Sto sperimentando in questo senso, cerco di pubblicare con frequenza e organizzo qualche diretta. Non mi viene spontaneo, ma riconosco l’importanza dl mezzo e cerco di adeguarmi.  

Articolo di Marta Carfì